SINDROME DI DE QUERVAIN: CAUSE E RIMEDI

HAI UN FORTE DOLORE AL POLLICE?

NON RIESCI PIÙ A LAVORARE?

TI STAI CHIEDENDO SE DOVRAI OPERARTI?

Se hai risposto si a queste domande, potresti soffrire della Sindrome di De Quervain, lascia che ti spieghi di cosa si tratta, sono un fisioterapista specializzato nel trattamento delle patologie di polso e mano. In questo articolo ti spiegherò cosa puoi fare per migliorare la tua condizione.

DEFINIZIONE E CENNI DI ANATOMIA

Prima di entrare nello specifico, è doveroso un breve ripasso dell’anatomia.

Per dare movimento e forza alla mano, a livello del polso passano ben 24 tendini, i quali scorrendo in canali osteofibrosi, che sono rinforzati da pulegge e retinacoli, riescono ad aumentare la forza trasmessa dai muscoli.

Il retinacolo dei tendini estensori (a livello della parte dorsale del polso) può essere diviso in 6 compartimenti, in ognuno dei quali scorrono uno o più tendini:

  • 1°Compartimento: Abduttore lungo del pollice ed Estensore breve del pollice (APL-EPB)
  • 2°Compartimento: Estensore radiale lungo e breve del carpo (ECRL-ECRB)
  • 3°Compartimento: Estensore lungo del pollice (EPL)
  • 4°Compartimento: Estensore comune delle dita ed estensore proprio dell’indice (EDC-EIP)
  • 5°Compartimento: Estensore proprio del mignolo (EDQ)
  • 6°Compartimento: Estensore ulnare del carpo (ECU)

La Sindrome di De Quervain è una tenosinovite stenosante (occludente) del 1 compartimento, cioè un’infiammazione delle guaine sinoviali che ricoprono i tendini del 1 compartimento, composto da abduttore lungo ed estensore breve del pollice.

Il De Quervain è la più comune tenosinovite del compartimento estensorio della mano, ed in generale una delle patologie più frequenti della mano, infatti ha un’incidenza annuale di circa il 10% della popolazione generale con una predilezione per il sesso femminile (rapporto F:M di 4:1).

FATTORI DI RISCHIO

Esistono diversi fattori di rischio che possono predisporre allo sviluppo della patologia:

  • Sesso (colpisce maggiormente il sesso femminile)
  • Età (colpisce maggiormente tra i 30 e i 50 anni)
  • Microtraumatismi/sollecitazioni ripetute nel tempo (ad esempio in attività come il cucito ed il ricamo, chi utilizza molto mouse e tastiera o nei musicisti, in particolare gli strumenti a percussione)
  • Storia pregressa di epicondilite o epitrocleite
  • Post-gravidanza (spesso le “neomamme” sono colpite da forme bilaterali, questo è da associare sia alle attività che svolgono con il neonato sia ad un fattore ormonale)

CAUSE

I vari fattori di rischio possono aver contribuito allo sviluppo della patologia, come anche una predisposizione genetica, ma la causa principale solitamente è da attribuire agli stress ripetuti che il tuo polso ha subito.

Questi stress provocano un’infiammazione della guaina sinoviale e quindi un suo ispessimento, questo rende difficoltoso lo scorrimento del tendine al suo interno generando una frizione e quindi dolore ad ogni movimento del pollice.

SINTOMI

La sintomatologia caratteristica della sindrome di De Quervain è caratterizzata da:

  • Gonfiore e dolore localizzato a circa 2 cm dal polso, sul lato esterno (dalla parte del pollice)
  • Dolore forte associato ai movimenti del pollice o di inclinazione verso il basso del polso
  • Raramente si può percepire un “click” durante i movimenti del polso
  • Il dolore si può espandere fino all’avambraccio

DIAGNOSI

Una corretta e precoce diagnosi è fondamentale per ideare un efficace piano terapeutico.

 La diagnosi del De Quervain è prettamente clinica, perciò un professionista competente analizzando i tuoi dati anamnestici ed eseguendo i giusti test ortopedici può individuare il problema senza bisogno di esami strumentali, perciò NON C’È BISOGNO DELLA RISONANZA MAGNETICA!

Se la sintomatologia che ti ho descritto nel paragrafo precedente corrisponde, ma vuoi un ulteriore conferma, prova ad eseguire questo semplice test:

Finkelstein test: Ti consiglio di eseguire questo test prima nella mano sana, cosa da poter notare le differenze. Il test consiste nel portare il pollice all’interno del palmo della mano e stringerlo con le altre dita, successivamente inclina il polso verso il basso.

Il test è positivo se percepisci un dolore acuto a livello della base del pollice, in alcuni casi può verificarsi anche formicolio durante l’esecuzione del test a causa dello stiramento di alcuni rami superficiali del nervo radiale.

Ovviamente la positività del test non indica necessariamente la presenza della patologia, solo una valutazione fatta da un professionista può darti la certezza.

Inoltre è molto importante stare attenti a quelle patologie che possono dare una simile sintomatologia, come:

  • Rizoartrosi: fenomeno cronico degenerativo che colpisce la cartilagine articolare dell’articolazione trapezio-metacarpali, provocandone un progressivo assottigliamento fino al contatto delle ossa e quindi dolore. Questa patologia provoca dolore e gonfiore localizzati alla base del pollice (rizoartrosi )
  • Sindrome da Intersezione: come la Sindrome di De Quervain è anch’essa una tenosinovite dorsale, ma invece di colpire il 1° compartimento, colpisce il 2° compartimento estensorio.

Si parla di sindrome da intersezione perché l’infiammazione colpisce il punto in cui i tendini del 1° compartimento (abduttore lungo del pollice ed estensore breve del pollice) si incrociano con quelli del 2° compartimento (estensore radiale lungo del capo ed estensore radiale breve del carpo).

  • Sindrome di Wartemberg: neuropatia compressiva del ramo superficiale del nervo radiale

Data la sintomatologia simile, capisci come è importante affidarsi ad un professionista specializzato che sappia riconoscere il problema, cosi da iniziare in maniera tempestiva il trattamento più adeguato.

INTERVENTO CHIRUGICO, QUANDO È DAVVERO NECESSARIO?

L’intervento chirurgico della Sindrome di De Quervain consiste in un taglio di circa 2 cm all’altezza del polso, successivamente il chirurgo incide il retinacolo degli estensori all’altezza del 1° compartimento, dove scorrono i tendini, così da ridurre la pressione e favorirne lo scorrimento.

L’intervento chirurgico è però necessario SOLO per quei casi che non rispondono alla terapia fisioterapica conservativa o in quadri di gravissima compromissione della funzionalità della mano.

Ti dico questo perché l’intervento ha rischi e complicanze:

  • Infezioni della ferita e formazione del cheloide
  • Lesione del nervo radiale superficiale, che si trova sopra il 1° compartimento, provocato da: tagli, trazioni o compressioni della cicatrice che possono causare dolore e perdita della sensibilità della mano
  • Sublussazione dei tendini abduttore lungo del pollice ed estensore breve del pollice durante i movimenti del polso
  • Inoltre dobbiamo considerare il dolore nei primi giorni del post-operatorio e l’immobilità di pollice e polso che dovranno essere bloccati, infatti si potrà ritornare a compiere le proprie attività dopo circa due settimane, quindi non potrai neanche lavorare!

Per questo ti dico che la chirurgia non è mai la prima scelta, anche perché con i giusti consigli ed i trattamenti più idonei, è possibile risolverla grazie alla fisioterapia.

ALCUNI CONSIGLI UTILI PER TE

Per aiutarti nel ridurre la sintomatologia, posso dirti che la prima cosa da fare è CAMBIARE ABITUDINI:

COSA FARE:

  • Utilizzarti attrezzi leggeri ed ergonomici
  • Modificare le prese: meglio portare oggetti sul palmo della mano piuttosto che effettuando una presa con il pollice (ad esempio se devo portare dei libri non li prenderò dal lato, ma sotto con il palmo).
  • Dove possibile distribuire il carico su entrambe le mani e sempre sul palmo
  • Organizzazione del lavoro: prendi più pause durante le attività che si svolgi (es. quando pulisci casa, magari fai 2 stanze la mattina e 2 il pomeriggio)
  • Per le “neomamme”: cerca di allattare il neonato da entrambi i lati, evitare di prenderlo da sotto le ascelle utilizzando invece entrambe le mani sul corpo.
  • Applicazione di ghiaccio: va fatto con ATTENZIONE perché nei casi più gravi anche il solo sfiorare la zona da dolore, in quel caso è meglio evitare di metterlo a contatto. Se invece è possibile, farlo sempre non a diretto contatto sulla pelle, ma tramite un panno.

COSA NON FARE:

  • Movimenti che provocano dolore
  • Movimenti ripetuti di pollice e polso
  • Lavori manuali pesanti
  • Abuso sconsiderato di farmaci

IL NOSTRO METODO

Il nostro trattamento si basa sulle più recenti evidenze scientifiche

[https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28723034] e, proprio per trattare questo tipo di patologie, abbiamo ideato un percorso fisioterapico altamente specializzato, il metodo MANO 360°.

Il nostro percorso inizia con un’accurata valutazione fisioterapica: effettueremo un breve colloquio seguito da test ortopedici, cosi da individuare la patologia e poter ideare un efficace piano di trattamento.

Dopo la valutazione inizia il vero e proprio trattamento, il nostro metodo prevede:

  • Terapia manuale: utilizzeremo tecniche che andranno a lavorare su mano e polso, ma sempre modificate e adattate al tuo caso, rispettando il dolore.
  • Terapia strumentale: che sulla base delle ultime ricerche ritiene efficace l’ultrasuonoterapia, onde d’urto e laserterpia.
  • Splintinghttps://www.creomed.it/tutori-mano/: la letteratura scientifica ritiene molto efficace l’utilizzo di splint in termoplastica. Sono tutori ultramoderni, creato direttamente dal fisioterapista sulla tua mano, quindi su misura, così da avere il massimo della personalizzazione. L’utilizzo degli splint permette di mettere in scarico i tendini infiammati e ridurre drasticamente la sintomatologia.
  • Applicazione di kinesiotaping
  • Esercizio terapeutico: dopo aver ridotto dolore e infiammazione, andremo a lavorare con esercizi sia passivi che attivi mirati al recupero di: mobilità, manualità fine, propriocezione ed infine forza.
  • Lavoro a casa: già dalle prime sedute ti spiegheremo qualche piccolo esercizio da fare a casa, cosi da mantenere e migliorare i progressi ottenuti con il nostro trattamento.

QUINDI …

É chiaro che scegliere un professionista altamente specializzato, sia la chiave per risolvere rapidamente il problema senza ricorrere al bisturi ed evitare quindi le complicanze che l’intervento potrebbe causare.

Articolo scritto da:

Dr. Simone Esposito Amendola

Fisioterapista

Specialista nella riabilitazione della mano

Coideatore del percorso MANO360

Collaboratore presso il centro CREOMED