CAPSULITE ADESIVA

Hai un dolore costante e insopportabile alla spalla?

Ti limita i movimenti in tutte le direzioni?

La notte non ti fa dormire?

Potresti soffrire di CAPSULITE ADESIVA o FROZEN SHOULDER o SPALLA CONGELATA!

Sono 3 modi per dire la stessa cosa e in questo articolo ti spiegherò  perché potresti soffrire di questo fastidioso problema, ti darò qualche consiglio per iniziare ad affrontarlo da solo e ti spiegherò perché noi di CREOMED siamo la soluzione giusta per te.

Sono Simone Bottomei fisioterapista, specialista in terapia manuale osteopatica ed esercizio terapeutico, da oltre 15 anni studio e approfondisco questa complessa articolazione, mi occupo di riabilitare spalle a tutti i livelli: dall’atleta professionista all’anziana casalinga. Collaboro con i migliori chirurghi in materia ed insegno questo con loro nei corsi di specializzazione per fisioterapisti e medici che si svolgono in tutta Italia. Affidarti a me ed al mio staff ti dà la garanzia di affidarti a dei veri specialisti del settore.

Ora cerchiamo di capire se veramente questo è il problema che ti affligge, SEGUIMI CON ATTENZIONE!

Questo dolore è così forte che ti sveglia durante la notte?

Per riaddormentarti  sei costretto a cambiare posizione al massimo ogni 2/3 ore?  

Dopo un pò neanche questa strategia ti permette di riprendere sonno. Già lo avrai scoperto da solo ma il PRIMO CONSIGLIO è quello di alzarti e camminare un pò per casa, ti darà un pò di sollievo e ti permetterà di riprendere sonno.

Questo accade perchè durante la notte avviene un  normale rallentamento del metabolismo che comporta un deposito di cataboliti del sangue (sostanze di scarto prodotte dal processo infiammatorio) nell’articolazione, che andranno ad irritare la CAPSULA ARTICOLARE [link anatomia della spalla] e manderà l’impulso doloroso al cervello che ti dirà di svegliarti ed alzarti.

Un pò come quando non riesci più a trattenerla e ti alzi per andare in bagno! Alzandoti e camminando non farai altro  che riattivare il metabolismo e di conseguenza il drenaggio,  avrai notato infatti che di giorno mentre svolgi le normali attività il dolore è più sopportabile!

Un altro motivo per cui alzarti e camminare darà un beneficio alla tua spalla e perchè involontariamente stai già facendo un esercizio molto conosciuto a noi fisioterapisti della spalla, che è il pendolo di Codman

Questo però non è una soluzione al problema ma solo una strategia per cercare di riposare quel minimo di ore che ti premetteranno di affrontare al  meglio la giornata che verrà.

Te lo trascini dietro da giorni, settimane, a volte mesi ma adesso è diventato insopportabile!

Hai preso farmaci, forse avrai fatto pure qualche trattamento ma la situazione non è migliorata anzi, addirittura potrebbe essere peggiorata e questo può essere normale se soffri veramente di capsulite!

Sei stanco, non ce la fai più, vorresti risolvere il problema!

Forse avrai cercato su google, ne avrai parlato con il tuo medico curante o ne avrai parlato con qualche amico, parente o conoscente e avrai sentito pareri e diagnosi diverse e discordanti.

Ora stanca di soffrire, avrai deciso di tua spontanea volontà o sotto consiglio medico non specialistico di effettuare una Risonanza Magnetica alla spalla, perchè la convinzione di tutti, compresi medici e fisioterapisti non specialisti, è che  dalla risonanza magnetica si veda tutto e faccia diagnosi [link imaging di spalla].

Questo è un errore molto comune, giustificabile per i non addetti ai lavori ma grave per i professionisti del settore.

Tranquillo! niente di grave, i campi magnetici della RM non sono dannosi, molto probabilmente hai fatto un esame che nella migliore delle ipotesi sarà stato inutile o addirittura potrebbe portare fuori strada i meno esperti poichè, come è normale che sia, dalle immagini si potrebbero vedere segni di usura o lesione di qualche tendine della famosa cuffia dei rotatori

Tranquillo! non è importante, la lesione o la tendinite della cuffia dei rotatori non si comportano in questo modo e molte persone della tua età hanno questi segni, è un normale invecchiamento dell’articolazione.https://www.creomed.it/tendinite-spalla-impingement-spalla-periartrite-spalla-o-lesione-cuffia-dei-rotatori/

Il danno che potrebbe aver generato questo esame è quello di aver fatto aumentare le tue paure e le tue incertezze, perchè potresti pensare che potrebbe essere necessario un intervento, forse qualcuno te lo avrà pure proposto.

ATTENZIONE! E’ la cosa più sbagliata che tu possa fare!!! Non è questo il problema che ti affligge e la soluzione sarà un trattamento manuale conservativo fisioterapico studiato su misura per te.

Continui a soffrire e ancora non hai una diagnosi precisa. Se ti riconosci in queste caratteristiche potresti soffrire di una patologia agli esperti molto conosciuta: la “Capsulite adesiva”detta anche “Spalla congelata” o “frozen shoulder”.

FAI QUESTO TEST

Ora prova a fare questo breve test per capire se hai l’indicazione ad effettuare una valutazione fisioterapica e se ti basterà provare ad eseguire gli esercizi che ti suggeriamo:

1 In piedi riesci ad alzare attivamente il braccio oltre i 90°?

  • A) Si con facilità
  • B) Si ma con dolore
  • C) No è troppo doloroso

2 Da sdraiato, aiutandomi con l’altra mano riesci ad alzare completamente il braccio?

  • A) Si completamente senza dolore
  • B) Si con dolore
  • C) No è rigido e doloroso

3 Come è comparso il dolore?

  • A) Dopo un trauma
  • B) Improvvisamente
  • C) Progressivamente, ma l’ho trascurato

4 L’applicazione di calore sulla spalla

  • A) Non cambia i sintomi
  • B) Peggiora
  • C) Da un beneficio temporaneo

5 Il dolore s’irradia lungo il braccio?

  • A) No mai
  • B) Qualche volta
  • C) Si, quando faccio movimenti veloci

Se hai risposto C: da 0-2 prova con gli esercizi, da 3 a 5 prenota una valutazione

CHI NE SOFFRE PIU’ FREQUENTEMENTE?

La letteratura internazionale [https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22219239] ci dice che ne possono soffrire più facilmente:

  • Donne tra i 40 e i 60 anni,
  • Pazienti cardiopatici con patologie della tiroide.
  • 3% -5% nella popolazione generale.
  • La spalla congelata bilaterale e contemporanea si verifica nel 14% dei pazienti
  • Il 20% dei pazienti sviluppa una qualche forma di sintomi simili nell’altra spalla [6].
  • Il diabete è la malattia associata più comune, ha un rischio del 10% -20% di sviluppare questa condizione.
  • I pazienti con forma di condizione prediabetica con un glucosio anormale a digiuno o un test di tolleranza al glucosio alterato.

Nella nostra esperienza clinica pluriennale anche uomini con meno di 45 anni, senza nessuna delle patologie associate hanno sofferto di questo problema. Adesso ti sto per fare una domanda che forse ti farà riflettere e ti sto per dare due notizie una buona e una meno buona ma che non cambieranno i buoni esiti del trattamento….

Cosa sta succedendo nella tua vita familiare, sentimentale, lavorativa?

Hai subito un forte stress emotivo come la perdita di un caro?

Per questo motivo stai assumendo psicofarmaci?

Ok, non rispondere! Ragiona su questo aspetto che tratteremo successivamente in un altro articolo, ti basti sapere che le condizioni di stress possono aumentare le probabilità di ammalarsi di questa patologia e prenderne consapevolezza accelera il processo di guarigione. Questo dato non è riportato in letteratura ma analizzando la nostra vasta casistica e confrontandoci con altri colleghi altrettanto esperti in materia, possiamo affermare con certezza che un’influenza c’è ed anche in percentuali alte.

Ti avevo detto che in tutto questo c’è una notizia buona…

HAI IL 99% DI PROBABILITÀ DI GUARIRE COMPLETAMENTE!

Senza alcun intervento chirurgico, grazie al trattamento fisioterapico manuale, che se fatto bene e  da mani esperte ti porterà al completo recupero delle funzioni e alla completa scomparsa del dolore. La notizia meno buona è che ci vorrà del tempo, nessuno  può risolvere magicamente in una seduta o con un intervento chirurgico miracoloso, che anzi potrebbe addirittura peggiorare le cose se fatto nel momento sbagliato.

IL NOSTRO METODO

Per questo noi abbiamo messo a punto un percorso che abbiamo chiamato SPALLA360, studiato per risolvere questo ed altri problemi nel miglior modo possibile e nel minor tempo possibile. Il percorso prevede 5 STEP:

  • STEP 1 VALUTAZIONE
  • STEP 2 CONTROLLO DEL DOLORE
  • STEP 3 REUPERO DELLA MOBILITA’
  • STEP 4 CONTROLLO MOTORIO E GESTO LAVORO/SPORT SPECIFICO
  • STEP 5 MANTENIMENTO

Se voi approfondire in cosa consiste il  NOSTRO METODO  ti invito a leggere questo link:  Spalla360

CHE COS’E LA CAPSULITE ADESIVA?

capsulite adesiva immagine

Innanzitutto dobbiamo dire che comunemente vengono nominate due tipi di capsulite primaria e secondaria, in cui la primaria o idiopatica compare senza causa apparente e la secondaria in seguito a trauma quindi la chiameremo più correttamente “spalla rigida post-traumatica o secondaria”  e non capsulite.

Questa seconda patologia ha tutt’altra insorgenza ed eziologia e di conseguenza andrà trattata in tutt’altro modo, lo spiegheremo in altro articolo che parlerà di questo argomento [link articolo spalla rigida secondaria].

La prima descrizione registrata di una spalla congelata fu riportata da Duplay nel 1872 nella sua descrizione di una “periartrite scapulo-omerale” [link articolo periartrite], sebbene il termine spalla congelata fu usato per la prima volta nel 1934 da Codman, che descriveva le caratteristiche comuni di una lenta insorgenza del dolore avvertita vicino all’inserzione del muscolo deltoide, l’incapacità di dormire sul lato affetto e la restrizione sia nell’elevazione attiva e passiva che nella rotazione esterna, ma con un normale aspetto radiologico.

La spalla congelata inizia con una fase dolorosa che porta a rigidità che suggerisce che esiste una risposta infiammatoria iniziale che evolve in una reazione fibrotica.

Esistono alcune evidenze che sono state verificate in laboratorio [https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17673588 ] e ci sono alcune somiglianze con le contratture fibrose nella malattia di Dupuytren [link articolo malattia dupuytren].

Ciò provoca quindi una contrattura infiammatoria della spalla che riduce il volume capsulare e limita i movimenti della spalla. I fattori scatenanti che causano questa patologia sono scarsamente comprensibili.

Questi studi ci fanno affermare che la CAPSULITE ADESIVA è ad oggi una patologia ad eziologia sconosciuta che è modulata da una risposta del sistema immunitario con fattori contribuenti come età, sesso, diabete e problemi tiroidei.

Questo disturbo è quindi uno dei problemi muscoloscheletrici più comuni osservati in ortopedia, e nonostante i progressi nella chirurgia della spalla negli ultimi decenni,

LA MIGLIORE SCELTA AD OGGI RISULTA IL TRATTAMENTO FISIOTERAPICO MANUALE che può essere associato a farmaci o terapie fisiche.

COME CLASSIFICARLA

La capsulite si divide in tre fasi ben distinte ed è indispensabile individuare in che fase si trova la tua spalla per applicare il giusto trattamento che è completamente diverso da fase a fase. Con il giusto dosaggio che merita in quel momento, altrimenti rischi di non migliorare o addirittura peggiorare e regredire!

Perché si è scelto questo nome “spalla congelata”? Probabilmente rispecchia il comportamento di un elemento come l’acqua che subisce il cambiamento di stato.

FASE 1 INFIAMMAZIONE “CONGELAMENTO”: fase dolorosa, infiammatoria e proliferativa E’ caratterizzata dal dolore costante di forte intensità a volte crescente e costante nelle 24h che può aumentare di notte. La spalla duole in tutte le direzioni, soprattutto nei fine corsa, si hanno fitte dolorosissime che si manifestano nei movimenti bruschi e veloci come chiudere lo sportello della macchina o prendere al volo un oggetto che sta cadendo.

In questa fase, la cosa più importante e giungere prima possibile alla  giusta diagnosi, per fare questo ci si avvale esclusivamente di una corretta anamnesi, dei test clinici manuali e non di diagnosi strumentali come radiografie o risonanze magnetiche, che possono avere l’unico scopo di fare una diagnosi di esclusione, qualora il clinico dovesse avere dei dubbi. Sono sconsigliate tutte le terapie fisiche, soprattutto quelle con il calore, ad esclusione di un certo tipo di laser usato a delle lunghezze d’onda specifiche come documentato in letteratura scientifica [https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7008744/].

Può essere utile l’infiltrazione intrarticolare o l’assunzione per via orale di cortisone, questo a discrezione del medico specialista. Il trattamento deve essere a basso dosaggio e 2 volte a settimana.

FASE 2 RIGIDITÀ “CONGELATA”: fase che vede il dolore attenuarsi, diventa meno costante e più variabile, mentre aumenta la rigidità. Te ne accorgi perché non riesci ad abdurre il braccio, non raggiungi in gli oggetti in alto e non riesci ad allacciare il reggiseno se sei una donna o mettere la camicia nei pantaloni se sei un uomo.

Possono sempre essere utili le infiltrazioni di cortisone e sempre sconsigliate le terapie fisiche del calore, che potrebbero farti tornare nella fase 1. Il trattamento manuale, sarà molto utile ma deve essere svolto da un fisioterapista specialista perché in questa fase la cosa indispensabile è il dosaggio, mi spiego meglio, se il terapeuta esegue troppi trattamenti settimanali o troppo energici rischi di regredire!

FASE 3 “SCONGELAMENTO”: E’ molto variabile la durata, in questa fase si avrà un recupero lento e graduale del movimento , dapprima passivo e poi attivo. In letteratura si parla di un recupero di 5-10 gradi al mese, ma nelle mani di uno specialista il miglioramento può essere molto più veloce.

In questa fase ancora più che nella fase 2 sarà fondamentale il dosaggio, diminuiranno le sedute settimanali (1 a settimana, 1 ogni 10-15 giorni) e aumenterà l’intensità delle manovre. Non sarà utile nessun farmaco per via orale, solo l’infiltrazione intrarticolare di cortisone potrebbe accelerare il processo di recupero tramite il suo effetto fibrolitico.

Le terapia del calore o semplicemente l’applicazione di un panno caldo, oppure eseguire degli esercizi di warmup possono facilitare le manovre specifiche del terapeuta. In questa fase ancora di più che nelle altre saranno fondamentali gli esercizi che dovrai svolgere a casa come lo sleeper stretch [video esercizio]

ESISTE UN INTERVENTO CHIRURGICO?

Si esiste, si chiama “RELEASE CAPSULARE ARTROSCOPICO (ARTROLISI)” ma deve essere l’ultima spiaggia e posso affermare con orgoglio che in 15 anni e centinaia di pazienti trattati, solo una si è sottoposta a questa procedura ed è avvenuto 15 anni fa .

Solamente dopo molti mesi di fisioterapia e per recuperare gli ultimissimi gradi di rotazione esterna. Starai pensando “ma ne è valsa la pena solo per gli ultimi gradi?” Si, perché una spalla con capsulite si può considerare guarita solo quando avrà recuperato tutta la mobilità e tutta la funzionalità e NON quando passa il dolore, questo ormai penso sia chiaro.  [https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6695331]

La tecnica richiede anestesia generale e un esame in anestesia per documentare il range di movimento preoperatorio. Viene eseguita un’artroscopia diagnostica per confermare la diagnosi e successivamente una pulizia capsulare.

Ci sono dei rischi?Assolutamente SI

Alcuni chirurghi completano il rilascio inferiore con una delicata manipolazione, ma altri preferiscono una capsulectomia completa a 360 gradi sotto visione diretta, accettando il più alto rischio di danno iatrogeno del nervo ascellare.

Questa pratica però non ti da’ la garanzia di risolvere il problema soprattutto se dopo non esegui un’adeguata riabilitazione, perché l’intervento chirurgico è pur sempre un danno al tessuto, che reagisce all’insulto con una risposta infiammatoria utile alla riparazione, ma ricordiamo che in questo caso non c’è nessun tessuto da riparare.

Quindi se non bene trattata rischia di recidivare.

RISCHI DELL’INTERVENTO:

  • INFEZIONE
  • DANNO AL NERVO ASCELLARE
  • FRATTURA DA MANIPOLAZIONE IN ANESTESIA
  • RECIDIVA DELLA RIGIDITA’ SE NON BEN RIABILITATA

ESISTE UN’ALTRA POSSIBILITÀ?

Si, la manipolazione in narcosi, ma non senza RISCHI! Che poi in narcosi non è perché si esegue in anestesia del plesso (addormentando solo il braccio). Durante questa manovra, seppur raramente, si possono verificare danni alla cuffia dei rotatori o  piccole fratture. Anche in questo caso con orgoglio possiamo affermare che in 15 anni, nessuno dei nostri pazienti è dovuto ricorrere a questa procedura.

Sarà comunque fondamentale la selezione del paziente, che deve aver svolto già fisioterapia per almeno 9 mesi con scarsi risultati e deve mantenere ancora scarsa mobilità e soprattutto, qualora si optasse per questa scelta, sarà ancor più importante la mano di uno specialista per la fisioterapia post sblocco.

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Non ti rimane altro che prenotare una valutazione per pianificare il tuo percorso di guarigione insieme a noi.

Articolo scritto da:
Dr. SIMONE BOTTOMEI
Fisioterapista – Osteopata – Terapista manuale
Specialista e decente in Riabilitazione della Spalla presso STUDIOGEST
Ideatore del PERCORSO SPALLA360
Responsabile e cofondatore del centro CREOMED