ALLUCE VALGO. FISIOTERAPIA O INTERVENTO?

L’alluce valgo è una delle patologie più diffuse del piede; colpisce maggiormente le donne superati i 40 anni di età.

Si presenta come una DEVIAZIONE DELL’ALLUCE verso le altre dita del piede, con una contemporanea sporgenza mediale del primo osso metatarsale del piede (“cipolla”). Questa deformità ossea molto spesso è associata ad un’infiammazione della borsa dell’articolazione del primo dito, che può peggiorare con lo sfregamento della scarpa.

QUALI SONO LE CAUSE?

Nella maggior parte dei casi la causa è di origine genetica – ereditaria, soprattutto quando si tratta di alluce valgo giovanile; può essere secondario anche a malattie reumatiche come l’artrite reumatoide o la gotta.

In maniera secondaria può essere causato con l’avanzare dell’età da atteggiamenti patologici del piede, come il piede cavo o il piede piatto. Più raramente può verificarsi a causa dall’uso prolungato nel tempo di calzature che vanno ad alterare la fisiologia del piede, in particolare scarpe che costringono l’alluce in una posizione non naturale.

QUALI SONO I SINTOMI?

Il quadro clinico è caratterizzato principalmente dalla deformazione dell’articolazione del primo dito.

Questa andrà a causare un’alterazione della dinamica del piede ed in più in una fase iniziale:

  • Dolore
  • Gonfiore
  • Arrossamento ( della zona interessata )

Con l’avanzare della patologia, si potrà verificare:

  • Un’ispessimento della pelle alla base dell’alluce
  • Deviazione in adduzione delle altre dita del piede
  • Deficit di mobilità a livello del piede e delle dita

 

DIAGNOSI:

Dal punto di vista diagnostico, l’esame fisico quindi l’osservazione è sufficiente per confermare questa problematica. Si può consigliare una radiografia in carico per stabilire il grado di deformità e valutare i cambiamenti che sono avvenuti nel piede. Quando l’angolo che si va a formare fra il primo e secondo metatarso supera gli 8° si può confermare la diagnosi di alluce valgo.

Se diagnosticato in tempo sarà possibile attuare una terapia di prevenzione, così da non facilitare il peggioramento della patologia.

Può essere effettuato anche un’ esame baropodometrico, che permette di valutare in posizione statica e dinamica la distribuzione del carico sul piede e sull’alluce, utile per un eventuale plantare o un trattamento fisioterapico.

COME PUÒ ESSERE TRATTATA QUESTA PATOLOGIA?

TRATTAMENTO CONSERVATIVO:

Il primo obiettivo del trattamento è quello di alleviare la sintomatologia dolorosa. La deformità che si è venuta a creare è irreversibile, si può intervenire però sul mantenimento e non far peggiorare troppo repentinamente l’articolazione.

La fisioterapia può essere molto utile sia per la gestione del dolore nella fase acuta che nel mantenimento della funzionalità del piede.

Per alleviare il dolore il fisioterapista può avvalersi dell’utilizzo di elettromedicali come:

  • Laserterapia
  • Ultrasuoni
  • Tecarterapia

La terapia manuale potrà essere utile per lavorare sulla mobilità del piede, delle dita e dei tessuti circostanti, senza tralasciare gli altri distretti come il ginocchio o l’anca che possono risentirsi in maniera indiretta a causa di questo problema.

L’esercizio terapeutico sarà importante nel medio e lungo termine, così da riuscire a rinforzare le strutture che conferiscono la stabilità dinamica al piede e migliorare l’elasticità dei tessuti.

 

 ESERCIZI DA POTER SVOLGERE A CASA:

  • Posizionare un’elastico fra i pollici di entrambi i piedi per generare tensione, resistere per più tempo possibile e poi rilasciare l’elastico.

Eseguire l’esercizio più volte durante la giornata.

  • Posizionarsi seduti e con il piede sopra un panno.

Tenendo il tallone a contatto con il suolo, l’obiettivo sarà quello di trascinare il panno verso di noi senza staccare il piede.

Eseguire l’esercizio più volte durante la giornata.

TRATTAMENTO CHIRURGICO:

Nei casi più gravi, dove la deformità del piede si trova in uno stadio molto avanzato provocando un’importate perdita della funzionalità ed interferendo seriamente nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, si può prendere in considerazione l’intervento chirurgico.

Lo scopo dell’intervento sarà quello di ridare all’alluce il suo naturale posizionamento, andando quindi ad agire sia sulla funzionalità che sull’estetica.

La tecnica chirurgica più utilizzata è l’osteotomia.

Questa viene eseguita in anestesia locale o generale, molto spesso nel regime del “day hospital”. I tempi di recupero variano in base al tipo di intervento che è stato eseguito, il paziente dovrà mantenere un’apposita scarpa ( tutore ) per le 2-5 settimane post-chirurgiche, in base all’indicazione medica, per garantire un giusto riallineamento osseo.

La fisioterapia sarà necessaria in seguito all’intervento:

Nella fase iniziale sarà importante lavorare sulla mobilità dell’alluce e sul piede, così da evitare delle aderenze cicatriziali. Allo stesso tempo bisognerà agire sul controllo del dolore e sulla rieducazione alla deambulazione.

Il fisioterapista si avvarrà di elettromedicali ( come detto in precedenza nel trattamento conservativo per la gestione del dolore ) come:

  • Tecarterapia
  • Laserterapia
  • Ultrasuoni

In una seconda fase, dopo aver recuperato la mobilità ed aver ottenuto una diminuzione della sintomatologia dolorosa, si potrà iniziare un programma di recupero riguardante la forza, la stabilità e la propriocezione.

Tutti gli esercizi avranno una loro progressione, con un’esposizione graduale al carico.

L’obiettivo finale sarà quello di far tornare il paziente a svolgere tutte le attività che prima dell’intervento non riusciva più a fare, come lunghe passeggiate e sport.

 

 

CONSIGLI UTILI:

  • Evitare di stare troppo tempo in piedi senza mai riposarti.
  • L’applicazione di ghiaccio può essere utile quando c’è dolore così da ridurre la sintomatologia.
  • Cerca di utilizzare delle calzature comode, in particolare scarpe che abbiano un buono spazio nella parte anteriore, così da non costringere l’alluce.
  • Il plantare può essere una buona soluzione, cerca però di rivolgerti a degli specialisti che ti forniscano un plantare creato su misura per te. Questo consente di adattarlo nel tempo in base ai cambiamenti. Evita quindi i plantari universali..
  • Svogli degli esercizi che migliorino la mobilità e la forza delle dita e del piede.

CONCLUSIONI

Il trattamento conservativo dovrebbe essere sempre preso in considerazione come prima opzione, solo i casi gravi rientrano nella chirurgia in quanto l’alluce valgo può anche recidivare.

Affidati a del personale specializzato così da non dover più limitare la tua vita quotidiana a causa del tuo problema!

Articolo scritto da:

Dott. Alberto Guasticchi

Fisioterapista

Specialista nella riabilitazione di piede e caviglia

Collaboratore presso CREOMED