DITO A MARTELLO NELLA MANO: Mallet finger o lesione di Segond?

Hai subito un trauma ad una mano?

Il dito rimane piegato?

Non riesci ad estenderlo attivamente?

 

Se hai risposto si a queste domande, potresti soffrire di dito a martello.

Sono un fisioterapista specializzato nel trattamento dei disturbi muscolo-scheletrici di polso e mano e continuando a leggere l’articolo ti spiegherò cosa ti aspetta e cosa fare per risolvere il prima possibile il tuo problema.

Il mallet finger è uno dei traumi più comuni a livello della mano (60%) ed è causata solitamente da una lesione traumatica a livello di un dito, la quale provoca una iperestensione della falange distale, portando ad una lesione del tendine estensore del dito.

Nella maggior parte dei casi colpisce II e III dito.

Inoltre è fondamentale fare una distinzione tra Mallet finger e lesione di Segond, infatti si parla di:

  • Mallet finger: quando è presente la sola lesione del tendine estensore (immagine in  alto)

 

  • Lesione di Segond: quando alla lesione del tendine estensore si accompagna una frattura alla base della falange distale (distacco osseo). Questo avviene perchè in alcuni casi la tensione del tendine è talmente forte che è in grado di “strappare” anche la parte di osso dove si inserisce (immagine in basso)

CAUSE:

La maggior dei pazienti riferisce un trauma avuto durante uno sport (spesso baseball, pallavolo, pallacanestro o i portieri nel calcio). Il trauma classico avviene con la palla che lanciata a forte velocità colpisce il dito completamente esteso, questo provoca una iperflessione della falange distale e conseguente lesione de tendine estensore

Ma attenzione può avvenire anche nel compiere attività più semplici come rifare il letto o prendere il portafogli dalle tasche.

Colpisce indipendentemente sia uomini che donne, e può capitare anche nei bambini quando le attività ginnico-sportive iniziano a farsi più impegnative.

 

SINTOMI:

I sintomi variano in base alla presenza o meno di frattura, ma in entrambi i casi avremo un quadro clinico caratterizzato da:

  • Gonfiore a livello del dito
  • Deformità della interfalangea distale che rimane bloccata in flessione
  • Impossibilità nell’effettuare una estensione attiva

DIAGNOSI:

La diagnosi è prettamente clinica, quindi è fondamentale affidarsi a personale specializzato in grado di interpretare correttamente sintomi e segni, e poterti consigliare fin da subito cosa fare.

Oltre alla clinica è utile associare esami diagnostici strumentali come:

  • Rx: per valutare la presenza o meno di frattura
  • Ecografia: per valutare la gravità della lesione tendinea ed eventuale risalita della porzione prossimale del tendine lesionato

TRATTAMENTO

Il trattamento può essere sia chirurgico che conservativo è varia principalmente in base all’entità del danno.

 

Trattamento CONSERVATIVO

Si utilizza questo tipo di trattamento in caso di:

  • Lesione chiusa
  • Lesione di Segond qualora il frammento osseo fratturato risulti essere minore del 20%.

 

Il trattamento in questo caso prevede l’applicazione di un tutore in termoplastica per un periodo di:

6 settimane (se la lesione è avvenuta entro le 3 settimane)

8 settimane (se la lesione è cronica)

 

Il tutore deve mantenere l’interfalangea distale in iperestensione (10-15 gradi), non di meno altrimenti sarebbe inutile, nè di più poiché la letteratura scientifica ha dimostrato che la circolazione dorsale della pelle viene compromessa quando la IFD viene iperestesia oltre il 50% del suo range totale di movimento

 

 Trattamento CHIRURGICO

Si utilizza questo tipo di trattamento in caso di:

  • Lesione aperta (di solito ferita da taglio)
  • Lesione di Segond qualora il frammento osseo sia maggiore del 20%

 

La tecnica chirurgica utilizzata viene scelta dal chirurgo, e spesso si utilizza tenodesi in caso di sola lesione tendinea o fili di Kirschner in caso di lesione di Segond.

 

RIABILITAZIONE

Al trattamento conservativo o chirurgico segue sempre un periodo di riabilitazione, fondamentale per ottenere il recupero completo del dito e delle funzionalità della mano.

La fisioterapia nelle prime fasi mira alla risoluzione di dolore e gonfiore, successivamente con tecniche di terapia manuale andremo a lavorare sul recupero dell’articolarità di dito e mano.

In seguito iniziare con l’eseguire esercizi, prima insieme e via via con un auto-gestione a casa, così da mantenere l’articolarità guadagnata e migliorare forza e destrezza della mano.

 

RITORNO ALLO SPORT

La ripresa funzionale ed il ritorno allo sport variano in base al tipo di lesione, ma approssimativamente, le linee guida ci dicono che intorno ai 3 mesi dall’intervento è possibile il ritorno allo sport, ma comunque consigliato l’utilizzo di tutore (o bendaggio) durante l’attività.

CONCLUSIONE

Malgrado il mallet finger non sia considerato un infortunio particolarmente grave, le tempistiche d’intervento (sia chirurgiche che riabilitative) sono fondamentali poiché un ritardo di queste potrebbe rendere più lungo e difficile il percorso di guarigione, nonché determinare anche danni funzionali più gravi.

Per questo non perdere tempo, affidati a specialisti così da velocizzare i tempi ed accelerare il tuo recupero.

 

Ti aspettiamo per una valutazione gratuita!

Articolo scritto da:

Dr. Simone Esposito Amendola

Fisioterapista

Specialista nella riabilitazione della mano

Coideatore del percorso MANO360

Collaboratore presso il centro CREOMED